Schietti, genuini, puri o cortesi, "a modo", affabili, cordiali, ...

La ricerca della comunicazione, del dialogo o la ricerca della purezza, della genuinità?

di Fabrizio Pivari domenica 21 aprile 2024

Apparenza o sostanza? Gentilezza o schiettezza?

Ho frequentato l'università a Torino. Mi è riemerso un vecchio detto e con quello una serie di vecchie parole e considerazioni: torinese falso e cortese.

Falsità e cortesia

Incredibile come la cortesia possa essere accostata alla falsità e quindi si trasformi in qualcosa da condannare, una maschera.
Oggi non è più così. Soprattutto in ambito lavorativo si insegna la comunicazione: come fare in modo che clienti selezionati (target) o quasi conosciuti (personas) eseguano quanto ci siamo prefissi (spesso ci si limita all'acquisto) fino ad arrivare a strategie one to one.
Strategie simili si insegnano anche nelle interrelazioni. Come vestirsi, come comportarsi, come ricordare i nomi, come ...
E chi non si comporta così?

Parole del passato

Alcune parole una volta molto positive, oggi, a volte, non si conosce il significato, hanno perso di rilevanza, sono quasi negative: semplicità, schiettezza, umiltà, genuinità, autenticità, naturalezza, purezza, ..., essere come bambini.

Oggi, invece, è il trionfo di alcune parole, che un tempo nascondevano anche risvolti negativi, atteggiamenti costruiti, a volte maschere: affabilità, cordialità, benevolenza, bonarietà, cortesia, garbo, socialità, simpatia, giovialità, gentilezza, ...

Non ci si può limitare a bianco o nero però dietro ogni comportamento bisogna riuscire a valutare la sincerità vs la costruzione.
Io all'apparenza antepongo la sostanza. Preferisco schietto e brutale piuttosto che falso e cortese.