Oggi, durante il viaggio di ritorno da Calenzano, ho appreso dal maestro Gianni che in Polesine, prima della seconda guerra mondiale, la sera con la sorella, dai residui di vinacce, estraevano i semi d’uva, la madre li tostava nella cucina economica e con i semi d’uva tostati e macinati si preparava il caffè!
Non mi era nuovo l’argomento surrogati del caffè (tra cui l’apprezzatissimo odierno orzo) ma è la prima volta che sento parlare di semi d’uva tostati.
Avete maggiori informazioni?
Oltre i semi d’uva ho trovato altri surrogati del caffè
Il caffè si preparava macinando l’orzo, la segala, i semi dell’uva o le ghiande della quercia tostati (in periodo di “sanzioni”).