Insegnare la legge e il rispetto della legge è sufficiente?
In una società dove è difficile affermare che la legge è uguale per tutti, dove non sembrano esistere persone che siano modelli da imitare, dove i furbi sembrano essere quelli che aggirano gli ostacoli, insegnare la legge e insegnare il rispetto della legge è importantissimo ma è sufficiente?
Fornire ferree regole perché il regolamento dice così, che poi vengono subito smentite appena si esce da quel contesto è sufficiente?
Sto pensando a regole scolastiche corrette ma spesso percepite dagli adolescenti come coercizioni ingiuste rispetto agli atteggiamenti adottati esternamente come andare in bagno solo in determinati momenti, solo per un numero limitato di richieste, non utilizzare le macchinette al di fuori della ricreazione, non utilizzare gli smartphone se non per attività educative, …
La domanda è bisogna inculcare nozioni e regole o cercare di fornire strumenti per crescere e sapersi muovere autonomamente in questo complesso mondo?
Come faccio a far capire che ogni abuso è condannabile non solo perché lo dice la legge ma perché devi sentire almeno una vocina al tuo interno che ti dice cosa è giusto e cosa è ingiusto, cosa puoi e cosa non puoi fare e che se sbagli magari la passerai liscia ma il rimorso potrebbe (e dovrebbe) non abbandonarti?
Non c’è una legge che mi vieta di abusare nel bere fino a raggiungere il coma etilico, quindi lo posso fare?
C’è una legge che mi dice che non devo uccidere, ma non ucciderò solo perché c’è la legge?
Le leggi ci sono, ben fatte, forse troppe.
Quello che manca veramente sono le persone, esempi quotidiani, che senza parlare, con le loro azioni, solo sentendo la vocina, si comportano di conseguenza, sono d’esempio.
Questo deve essere un formatore, un esempio quotidiano che quando sbaglia ammette gli errori, che è in grado di scusarsi anche con un ragazzo, senza pretendere di avere sempre ragione perché ha quel ruolo.