I giovani e il covid: autolesionismo, suicidi, personalità deboli
Da sempre continuo a dire che il vero problema con il covid sono i giovani (il nostro futuro).
Ma i morti sono “vecchi” ed i giovani spesso vengono ignorati.
In altri casi li si vede come untori.
Sta di fatto che hanno quasi perso due anni della loro gioventù, senza poter stare con amici, senza poter praticare sport, senza poter andare a scuola.Non sono sorpreso di leggere In aumento tentati suicidi e autolesionismo tra i giovani.
Sono sorpreso di leggere finalmente una voce fuori dal coro (Stefano Vicari).
Evviva affermazioni come queste
Chi è che di noi non ha avuto un professore che è stato un elemento di salvezza? Perché gli adolescenti sperimentano e violano i limiti che gli vengono posti dai genitori, e se non c’è qualche altro adulto che ha con il ragazzo un rapporto affettivo valido, rischi che si perda. Oggi questo cuscinetto sociale sta mancando, per questo i ragazzi “sbroccano”, diventano aggressivi e violenti, oppure si chiudono sempre di più nella loro stanza e non vogliono più uscire.
Pensare che la scuola sia solo didattica è un errore drammatico. La didattica è una parte marginale della scuola. Bisogna smettere di pensare che la scuola deve formare i futuri lavoratori, trasferendo competenze, la scuola deve trasmettere conoscenze di vita. È una palestra educativa, non un avviamento al lavoro. Questa è una concezione autoritaria della scuola.