Throat singing: stupire è l’unico obiettivo?
Ho avuto la fortuna di entrare in contatto con Ilaria Orefice.
Me l’ha segnalata un caro amico sardo come lei.
La segnalazione era di stupore con frase tipo “una donna che canta come un uomo“.
Ho sentito alcuni suoi video. Lo stupore è stato grande. Vorrei capire, l’ho contattata e le ho posto alcune domande.
Ilaria, per un ascoltatore normale come me, ascoltare i tuoi video è stato uno shock.
Il Throat singing (Canto Armonico Difonico) non è certo un canto di tutti i giorni e nemmeno orecchiabile.
Il Throat singing è solo un canto virtuoso strano?
Ilaria Orefice: “Il throat singing è molto di più, è un richiamo viscerale, ancestrale.
Nella nostra società odierna suoni simili vengono associati a qualcosa di maschile, è un suono ruvido, gutturale, profondo e a tratti spaventoso.
In effetti tecnicamente si ottiene proprio grazie all’attivazione delle false corde vocali fatte vibrare all’eccesso. Le false corde vocali servono per proteggere le corde vere quando facciamo uno “sforzo” fisico, ecco perché forse si associa ad un suono maschile.
Ma oltre l’occidente la musica cambia!
Viene praticato dalle donne Inuit (eschimesi) per imitare il latrato degli Husky. Viene praticato dalle donne delle tribù Xhosa (Sud Africa) che lo utilizzavano come ninne nanne per i loro bambini in dei loop ritmici quasi ipnotici. Viene praticato dalle donne nomadi Tuvane (Repubblica di Tuva) anche se inizialmente una leggenda popolare vietò loro di praticarlo, pena l’infertilità. Tutt’oggi viene praticato e divulgato in tutto il mondo.
In una società come la nostra, dove ancora troppo spesso alla donna viene abbassato il volume della Voce, praticare throat singing, per Lei, sarebbe come un rituale catartico.”
Ho una figlia che ha iniziato da poco a cantare.
Probabilmente non è portata, sicuramente ha imparato molto e sta imparando molto da questa sua esperienza. Ora legge bene la musica, ora si esibisce sul palco senza timori, ora …
Ci sono ragioni per cui dovrei far sentire il Canto Armonico Difonico a mia figlia o ragioni per cui sarebbe meglio se lo imparasse?
Ilaria Orefice: “Chiunque si imbatta per la prima volta nell’ascolto del Canto Armonico Difonico ne rimane rapito, gli sembrerà di ascoltare suoni che provengono da un’altra dimensione. Si tratta di suoni purissimi, matematicamente perfetti, creati dalla natura.
Ma un 30% delle persone non ha l’orecchio educato a queste frequenze armoniche, per cui sentirà la musica in modo parziale. I ragazzi d’oggi poi, sempre più abituati alla musica digitale, compressa e impoverita di frequenze, non hanno una capacità di ascolto raffinato.
Praticare Canto Difonico è un’amplificatore che permette di affinare l’udito in modo straordinario. E’ come passare da una radiolina portatile a un impianto Hi-Fi.
Se questo non bastasse, praticare canto difonico consente un lavoro minuzioso sulla risonanza, potenziando la voce e rendendola calda ed emozionante, perché ricca e completa in tutto lo spettro sonoro.
In generale è una disciplina ZEN, che educa all’introspezione, all’ascolto di sé, alla calma.
E’ come un super-potere. Io stessa ho curato l’ansia da prestazione prima dei concerti grazie alla pratica del canto difonico.”
Fabrizio Pivari